C’è una danza sotterranea in “Vitamina”, il nuovo singolo di Eedoardo Fabbretti: è la danza della nostra follia quotidiana, quella che reprimiamo per sembrare “a posto”, salvo poi esplodere quando il peso del giudizio diventa insostenibile. Il brano racconta la parte più viva e imprevedibile di noi, quella che si muove come un’energia segreta pronta a colorare la realtà. Fabbretti firma un racconto intenso e vibrante sulla fragilità che accomuna ogni individuo.
Come e quando nasce la tua passione per la musica e com’è maturata negli anni?
Le passioni nascono e basta. Nel mio caso credo sia nata il primo settembre del 1992. Il tutto poi si sviluppa con studio, sacrificio e tanta determinazione. Un lavoro lungo ma mai pesante.
Quale messaggio particolare vuoi trasmettere con la tua musica a chi ti ascolta?
Con Vitamina vorrei far capire quanto è facile impazzire facendo finta di essere sani o semplicemente emulando la vita dei “normali”.
Con la mia musica in generale mi piace raccontare storie che in qualche modo raffigurano o rappresentano ognuno di noi, sempre con una buona dose di follia e ironia. Ai più giovani vorrei trasmettere che è più figo essere se’ stessi che somigliare forzatamente a qualcuno.
Parliamo del tuo ultimo singolo: da cosa nasce questa canzone e di cosa parla?
È un brano che posso definire ritrovato e riscoperto perché era nel cassetto fermo inchiodato da tanti anni. È nato canticchiando cose a caso, come mi capita spesso. Nell’arrangiamento ho voluto vestirlo così di malinconica riflessione. Sto notando che la musica si mescola sempre col colore della tematica e viceversa. Come quando dimentichi di inserire l’acchiappacolore in una lavatrice di colorati.
Una storia che non è una storia ma ne racchiude centomila e in una di queste centomila c’è racchiuso ognuno di noi. Un brano che vuole essere un grido di speranza per chi si sente sbagliato in un mondo di sani. Un brano dedicato a chi impazzisce pur di apparire prepotentemente normale. Ma poi chi sono i sani? Chi sono i normali? Un brano che vuole denunciare ogni sopraffazione.
Se dovessi descrivere questo brano con un solo aggettivo quale sarebbe e perché?
Protettivo, bisogna proteggere la follia.
Ci anticipi qualcosa riguardo i tuoi prossimi impegni?
Sto lavorando in studio a tante altre canzoni. Il 14 dicembre farò un concerto con tutta la
band al Teatro Farnese di Gradoli e sarà una bella occasione per aprire tanti nuovi capitoli!

