Nina Duschek si racconta: tra empatia, ribellione e verità


Con il nuovo singolo “Unapologetic”, Nina Duschek apre uno spazio di liberazione personale e artistica, dichiarando con forza il diritto di essere sé stessa, senza filtri né scuse. La canzone è un inno alla rottura dei meccanismi del compiacere, alla riconquista del proprio spazio e alla legittimità di dire “no” senza sentirsi in colpa. In questa intervista, Nina si racconta senza riserve: dalla notte in cui tutto è cambiato fino alla consapevolezza che “essere troppo” è spesso solo un altro modo per essere veri.

Ti sei definita una ex “people pleaser”: quando hai deciso che era il momento di smettere?
Non penso che ci sia stato un giorno dove l’ho “deciso”. Penso sia stato un processo graduale. A volte mi ritrovo ancora in situazioni da people pleaser, dove faccio fatica a dire di no… quando pensi che sia la TUA responsabilitá di dover salvare il mondo. Penso che le persone con tanta empatia mi capiscano… ma se proprio dovessi parlare di un momento in cui ho deciso “adesso basta” – penso che fosse quella notte in cui sono tornata ubriaca a casa dalla discoteca e mi sono messa a piangere disperatamente sul divano. In quel momento credevo che non ce l’avrei mai potuta fare con la musica, che era tutto solo un’illusione. Il giorno dopo ho capito che qualcosa deve cambiare, e da lí ho veramente iniziato a mettermi in gioco, a vestirmi in un altro modo, essere piú eccentrica, piú diretta, piú aperta, piú vera, anche in quello che scrivo… di non pensare troppo a quello che è giusto e sbagliato, ma di fare quello che è giusto per me nel momento. Da lí tante cose sono cambiate e non sono piú quella Nina di una volta.

In che modo Unapologetic ti ha aiutata a riconquistare spazio?
Scrivere una canzone del genere che ad un certo punto dice “Sorry, not sorry, for being this awesome!” (Tradotto: “Non mi scuso per essere cosí figa!”), è stata una liberazione. Non si tratta di narcisismo… è piuttosto l’energia di “darsi lo spazio a sé stessi di essere chi si è”. Quindi, sí, giá lo scrivere mi ha aiutato tanto e mi ha permesso di uscire da una gabbia di umiltá. Ma quella umiltá negativa, che ci fa rimanere piccoli e scordare del potere che abbiamo. Il potere di essere tanto e di dare tanto, e il mondo ha bisogno proprio di quello.

Quali comportamenti quotidiani hai dovuto cambiare per essere davvero te stessa?
Sicuramente lasciare andare tutte le relazioni tossiche che avevo. Quelle che ti fanno dubitare della tua veritá… quello è sicuramente stato un punto fondamentale nella mia vita, anche se è stata una delle decisioni piú difficili: di andarmene senza giustificarmi, senza dire piú niente e di dare prioritá alla mia pace interiore. Fa paura perché, chi è un people pleaser, sa quanto sia difficile fidarsi della propria voce interiore se per tutta la vita si ha sempre fatto quello che volevano gli altri. Quindi, anche rispettare quello che provo e prendere decisioni allineate con quello che sento veramente, è stato un processo. Ho dovuto imparare a darmi lo spazio di sentire la rabbia. Non devo avere cosí tanta empatia con tutti. Solo perché sento tutto e sento quello di cui qualcuno ha bisogno, non significa che è la mia responsabilità di salvare questa persona. 

Quanto è importante oggi per te dire “no”?
È importante, eccome. Soprattutto dire di no a quelle cose e persone che non mi faranno mai sentire abbastanza. Ho sempre cercato di farmi valere nelle situazioni sbagliate… di cercare la validazione da persone che non potró mai soddisfare. Dire di no a questo circolo vizioso e ai sensi di colpa che ne provengono è quello che mi ha portato a ritrovare la mia serenitá.

Cosa significa per te essere “troppo”?
Bella domanda. Per me essere “troppo” significa uscire dai limiti che il nostro cervello ci impone. Tutti abbiamo una vocina che ci critica, che ci dice che alcune cose non le possiamo assolutamente fare… ma perché questa voce, alla fine dei conti, vuole solamente proteggerci dai giudizi degli altri. Ed è giusto che ci sia questa voce… ma se ci limita cosí tanto che ci sentiamo soffocati e non piú autentici, diventa un problema. Quindi, se varchiamo il limite di quello che è “accettabile” e diventiamo “troppo” come conseguenza, secondo me stiamo solo dando a noi stessi la libertá di essere veri. E quindi, magari, all’inizio sembra troppo… ma in realtá siamo proprio giusti cosí, nella nostra autenticitá.

Tags

#buttons=(Accetta) #days=(20)

"Questo sito utilizza cookie di Google per erogare i propri servizi e per analizzare il traffico. Il tuo indirizzo IP e il tuo agente utente sono condivisi con Google, unitamente alle metriche sulle prestazioni e sulla sicurezza, per garantire la qualità del servizio, generare statistiche di utilizzo e rilevare e contrastare eventuali abusi." Per saperne di più
Accept !