Vasco Barbieri: intervista al cantautore in occasione dell’uscita del nuovo singolo “Il Ritorno”


Dopo “Portami con te”, esce “Il Ritorno”, il nuovo singolo di Vasco Barbieri.
Le canzoni del cantautore convogliano le emozioni dell’anima del poeta scrittore e la sua filosofia “olistica”, mostrando il suo lato artistico e umano che lo ha reso fra le più interessanti promesse della musica italiana esportata all’estero.
 
Lo abbiamo intervistato per conoscerlo meglio e scoprire i prossimi progetti. 
 
Come e quando nasce la tua passione per la musica e com’è maturata negli anni?
La mia passione per la musica è iniziata come un’esigenza fisiologica. Da piccolo ho avuto un trauma cranico che mi ha abbassato di molto la visita, a cui ho sopperito acuendo l’udito. Perciò, in un certo senso, sentivo le frequenze emotive delle persone.
All’inizio è stato difficile gestire tutti quei suoni. Fortunatamente, ho imparato a suonare il pianoforte che mi ha dato la possibilità di incastonare quelle sensazioni in note, accordi e canzoni. Quindi, all’inizio, il pianoforte era per me uno strumento di protezione. Con il tempo, mi sono reso conto che evocava dal profondo emozioni, immagini e desideri: perciò, timidamente, ho iniziato a scrivere i miei primi jingle di crescita. Questi divertivano i miei amici che m’invitavano a suonarli durante le feste. Con l’università ho poi scoperto la Filosofia della musica, la Musicoterapia e la Meditazione, che mi hanno fatto rendere conto di quanti e quali benefici potesse apportare la musica nella vita delle persone. Quella è stata anche la fase dei miei primi eventi in pubblico, in cui ho scoperto l’importanza di condividere le mie emozioni e pensieri, e mi ha fatto rendere conto che non ero più solo. Finché un giorno ho avuto l’occasione di incidere alcuni brani e sentirli “da fuori”. Ciò mi ha fatto finalmente capire quale sarebbe stato il mio ruolo nel mondo: emozionare. Allora, ho inciso il mio primo album, edito nel settembre del 2020, per raccontare l’esigenza di definirmi: purtroppo il lockdown ha costretto a rendermi conto che mi ero focalizzato solo su un aspetto decostruttivo, rock della mia vita. Perciò sono dapprima tornato a studiare musica classica in streaming e poi mi sono iscritto all’università della musica a Roma per composizione di musica da film.
Ad oggi mi ripropongo sul panorama musicale con le mie nuove conclusioni e speranze, consapevole che la musica sia un universo sempre più profondo da indagare e scoprire. Forse, un ritorno a me stesso.
 
Quale messaggio particolare vuoi trasmettere con la tua musica a chi ti ascolta?
Le mie canzoni sono delle confessioni con cui racconto la fase della vita in cui sto vivendo. Penso che, ponendomi come spugna nella realtà, riesca a manifestare un’esigenza comune di rinascita e di rivelazione. Vorrei che le mie canzoni potessero essere accolte come colonne sonore di momenti importanti di ripresa di coscienza di se stessi. Mi piacerebbe che le persone l’ascoltassero per riprendere coraggio e ritrovare la forza per tornare ad essere grandi.
 
Parliamo del tuo ultimo singolo: da cosa nasce questa canzone e di cosa parla?
Il ritorno è una canzone che racconta di una nuova presa di coscienza e volontà di rimettersi in gioco. Nasce da un lavoro di profonda autoanalisi e da una speciale voglia di tornare ad avere fiducia nell’universo ed in un suo senso generale. È un atto di fiducia, una richiesta al cielo e a ciascuno di ritrovare la forza per cambiare ciò che non piace, iniziando ad occuparsi di quello che invece è importante.
È stata incisa perché, a mio avviso, fa bene ascoltarla, poiché spesso ci si distrae e ci si perde: perdersi tra le sue note, forse, aiuta a ricordare la propria traiettoria. Mi auguro possa avere questa funzione per ciascun ascoltatore, in modo da riportare a sognare e a credere in se stessi.
 
Se dovessi descrivere questo brano con un solo aggettivo quale sarebbe e perché?
Propositivo
 
Ci anticipi qualcosa riguardo i tuoi prossimi impegni?
Fare musica richiede molto ascolto, perciò in primis, dato che finalmente i live sono nuovamente consentiti, è importante documentarsi sulle esigenze artistiche contemporanee. Nell’immediato futuro è previsto il lancio di altri 2 brani che racconteranno questo nuovo avvento nel mondo. Si tratta, nell’insieme, di una tetralogia che affronta un’evoluzione: dal più astratto foglio bianco di Portami con te, edita a luglio, dai toni più allegri ed estivi, a brani più intimisti, che portano all’incontro con la psiche e le preoccupazioni più profonde. È e sarà sempre un nuovo inizio e mi auguro di riuscire a compierlo e a farlo compiere a ciascun ascoltatore ogni volta con sempre maggiore grinta e consapevolezza.

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