Dal 28 maggio 2022 sarà disponibile su tutte le piattaforme digitali “Terun”, il nuovo singolo di Luca Muscarella&Ad1.
“Terun” è il terzo singolo della band Luca Muscarella & AD1. Il brano prende il titolo dal tipico termine diffusosi nel secondo dopoguerra che stava ad indicare "coloro che lavorano la terra", utilizzato ancora oggi per rivolgersi in maniera offensiva agli abitanti del meridione italiano.
L’intera band ha lavorato all’arrangiamento musicale, attraverso la ricerca di un sound che fosse in grado di far immaginare le bellezze naturali della calda terra del sud.
Il brano apre con un tema melodico suonato dalla sezione fiati, accompagnato da un piano rilassato. La ritmica, udibile dal primo ritornello, presenta caratteristiche tipiche del reggae attraverso le pennate in levare della chitarra, un consistente groove di basso ed il ritmo steppers della batteria, la cui “cassa in quattro” fa trasparire sfumature dance. Una seconda chitarra sostiene la ritmica con degli interventi melodici che si amalgamano con il background della sezione fiati. La ritmica della strofa successiva vira su uno stile proiettato verso il latin prima di “rilassarsi” in una sezione in cui la voce viene sostenuta unicamente dalle armonie “jazzistiche” del pianoforte. Da questo momento la dinamica del brano comincia lentamente a decollare seguendo la scia del reggae pop, esaurendosi in una coda strumentale in cui il sapore “mediterraneo” del brano lascia il posto ad un groove “nu soul”, stile molto apprezzato dai musicisti della formazione.
Spiega Luca Muscarella a proposito del brano: “Ho scritto 'Terun' nel lontano 2017, esattamente quando sono tornato in Sicilia dopo due anni passati a Bologna. 'Terun' è la confessione di chi come me ha vissuto fuori dalla propria terra, vivendo sulla propria pelle la stupidità che la gente dimostra nel sentirsi superiore, solo perché nata o cresciuta in un paese economicamente più sviluppato, sentendosi quindi in obbligo nel deridere chi vive in condizioni “peggiori” alle proprie, o almeno così crede. Tutti i riferimenti trovati nel brano sono storie vissute in prima persona”.