“Stanze vuote” è il nuovo singolo di Blue Rose, un brano intimo e sincero che parla di paure, maschere e del bisogno di accettarsi. Nato in modo spontaneo al pianoforte, il pezzo si trasforma in un invito ad abbracciare le proprie fragilità e a trovare il coraggio di mostrarsi per ciò che si è davvero.
Con questo nuovo lavoro, Blue Rose prosegue un percorso iniziato fin da bambina e maturato nel tempo, tra scrittura, ricerca e voglia di libertà. La musica resta il suo spazio più autentico, e all’orizzonte ci sono nuovi singoli e l’energia dei live.
Come e quando nasce la tua passione per la musica e com’è maturata negli anni?
È nata un po' per gioco, cantando filastrocche che mi insegnava mia nonna. A 8 anni ho iniziato a studiare canto e seguivo anche le lezioni di piano di una mia amica, così ho deciso che quello sarebbe diventato il mio strumento. Ho iniziato poi a comporre testi e musica da quando avevo 12 anni, inconsapevole di aver iniziato un qualcosa di veramente importante che mi avrebbe aiutato tantissimo nella vita. La musica è un mondo in cui c'è sempre da imparare, bisogna trovare nuovi stimoli ogni giorno ed essere costanti. Sicuramente ad oggi vivo la musica con più consapevolezza di quando ero bambina, ma la voglia di esprimermi e giocare con i suoni rimane quella.
Quale messaggio particolare vuoi trasmettere con la tua musica a chi ti ascolta?
In particolare con il mio ultimo singolo vorrei trasmettere sicurezza in se stessi, la voglia di uscire ognuno dalle proprie stanze vuote senza paura. Ognuno di noi ha le proprie insicurezze e fragilità che ci rendono umani, è giusto far vedere tutti i lati di noi stessi, anche quelli che abbiamo paura non vengano apprezzati.
Parliamo del tuo ultimo singolo: da cosa nasce questa canzone e di cosa parla?
Ho scritto “Stanze vuote” qualche anno fa un po' a caso. Ero al piano e mi è venuto spontaneo suonare degli accordi, poi mi sono fatta trascinare dalla musica e sono uscite le parole. Tutto in modo molto naturale. Penso che in quel momento della mia vita mi sentissi in “trappola” per la semplice paura di esprimermi. A volte non è così semplice essere se stessi, tendiamo tutti a mettere delle maschere, tendiamo alla perfezione. Impariamo ad accettarci e a viverci per quelli che siamo.
Se dovessi descrivere questo brano con un solo aggettivo quale sarebbe e perché?
Liberatorio, grazie a questo brano, come anche a tanti altri miei pezzi, sono riuscita a far uscire fuori le mie paure e mi ha fatto sentire subito più leggera.
Ci anticipi qualcosa riguardo i tuoi prossimi impegni?
La voglia è quella di far uscire altri singoli a cui sto lavorando e sicuramente suonare live.