L'intervista a Valeria Caliandro in occasione dell'uscita di “Miniature”


Valeria Caliandro ha origini pugliesi, nasce a Firenze e cresce a Prato, dove vive.
Studia pianoforte classico dall'età di sei anni, canta in un coro gospel durante l'infanzia e inizia a studiare chitarra a vent'anni. Coltiva contemporaneamente un amore segreto per la scrittura, scrive canzoni da quando ha memoria di esistere. Nel 2012 pubblica a nome Vilrouge il suo primo album, "Immacolato caos". Insieme al bassista Luca Cantasano (Diaframma/Macchina Ossuta) e il batterista Cristiano Bottai (Ustmamò/Articolo 31) inizia a far viaggiare la sua musica nella scena indipendente toscana. Negli anni seguenti ha avuto l'opportunità di conoscere e condividere il palco con artisti come Francesco De Gregori e Carmen Consoli, la quale la invita ad aprire le date toscane della tournée teatrale del suo "Eco di sirene tour". Tra gli altri, apre concerti di: Renzo Rubino, Giovanni Caccamo, Tommaso Paradiso. Nel 2019 si spoglia della dimensione della band e pubblica con il suo nome di battesimo, Valeria Caliandro, il disco “La seducente assenza”. Porterà i brani in tour in tutt'Italia in formazione acustica, pianoforte, voce e archi, insieme alla violoncellista Sara Soderi e il violinista Jacopo Ciani. 

Tra il 2019 e il 2021 ha iniziato le registrazioni del suo terzo disco, “Miniature”, con la produzione artistica di Lorenzo Buzzigoli, la collaborazione di Paolo Benvegnù e Eugenio Sournia (Siberia). I musicisti ad aver registrato e arrangiato insieme a Valeria sono Jacopo Ciani (viola, violino, sega musicale, synth), Sara Soderi (violoncello, basso) e Diego Sapignoli (percussioni, batteria).

Abbiamo intervistato Valeria Caliandro in occasione dell'uscita del nuovo disco “Miniature”. Ecco cosa ci ha raccontato.

Come e quando nasce la tua passione per la musica e com’è maturata negli anni?
Ricordo che quando ero bambina mio fratello iniziò a prendere lezioni di chitarra e io, un po' per ispirazione e un po' per competizione chiesi fermamente di voler suonare il pianoforte. Da lì non ho mai smesso, ho iniziato con la musica classica, poi in adolescenza la scrittura delle prime canzoni, fino ad arrivare, oggi, alla pubblicazione del terzo disco.

Quale messaggio particolare vuoi trasmettere con la tua musica a chi ti ascolta?
Non credo di avere un messaggio preciso da trasmettere. Scrivo con l'intento di esorcizzare la paura, di trasformare la narrazione di alcuni eventi personali e forse questo può far bene anche a chi ascolta o semplicemente creare un'atmosfera in cui immergersi.

Parliamo del tuo ultimo album. Come è nato?
Miniature ho iniziato a scriverlo prima dell'era pandemica. Avevo appena finito di portare in giro il mio secondo disco 'La seducente assenza' e avevo voglia di scoprire di nuovo cosa avrei voluto dire. Così mi sono messa al piano, alcune sere d'estate, e ho iniziato questo viaggio. 

C’è un filo conduttore che lega i brani del disco?
Il viaggio che ho intrapreso nella domanda precedente è stato poi interrotto dall'arrivo del Covid, ma credo di aver trovato un filo conduttore tra l'era pre e quella post pandemia. Miniature, il titolo stesso, rappresenta quello che siamo stati negli ultimi anni, piccoli, chiusi in casa ma tesori di noi stessi. Fin dall'inizio volevo parlare di questo: di come le scelte che compiamo in un singolo giorno vadano a creare una vita intera e come le canzoni, rispetto alla musica, non siano che delle miniature.

Se dovessi descrivere questo album con un solo aggettivo quale sarebbe e perché?
Miniature è un disco notturno. Viene dal buio per ritrovare la luce.

Ci anticipi qualcosa riguardo i tuoi prossimi impegni?
Stiamo aspettando di annunciare alcune date, intanto in Toscana, per presentare il disco e la stampa delle copie fisiche. Sulle mie pagine social potete trovare le novità sempre aggiornate.

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