“Black Van” di Irene Olivier è la storia di un viaggio on the road di due persone. L'andata è uguale per entrambi ma al ritorno c'è solo uno dei due. Il motivo del ritorno solitario è volutamente aperto e lascia spazio a diverse interpretazioni che, però, non danno l'idea di un semplice lieto fine.
Abbiamo intervistato l'artista per saperne di più sul nuovo singolo e sui prossimi impegni.
Ci racconti le tappe più importanti del tuo percorso musicale?
La mia passione per la musica c’è sempre stata. Mi ha accompagnata fina da piccola e per questo devo ringraziare i miei genitori. Grazie a loro, sono sempre stata immersa nella musica. Dalla classica al rock si è sempre ascoltato tanto e di tutto a casa nostra.
Fin da ragazzina poi mi è sempre piaciuto cantare e provare a mettere i miei pensieri in versi.
Il passaggio però dal puro canto per piacere personale alla discografia, è arrivato circa due anni fa’, quando sono stata contattata dall’etichetta StrangerArts. Da quel momento in avanti, è veramente iniziato tutto, seriamente.
Quale messaggio vuoi comunicare con il tuo nuovo singolo?
Quello che vorrei comunicare è sostanzialmente la mia idea di viaggio, inteso come insegnamento.
E la cosa che io stessa mi sto auto-comunicando, per impararla, è il saper “lasciar andare”. Riuscire ad accettare le libertà di scelta altrui.
Due aggettivi per descrivere il singolo.
Dolceamaro e solitario.
Cosa ne pensi della scena musicale attuale? Cosa salveresti e cosa cambieresti?
Non so sinceramente cosa salverei. Tutto quello che mi piace. E l’elenco sarebbe bello lungo, ma non voglio espormi troppo.
So però che sicuramente non salverei i talent show…Bruciano talenti troppo velocemente. Non lasciano spazio all’arte fuori dal lasso di una stagione. Ma la musica non dovrebbe essere trattata come una “collezione primavera-estate, autunno inverno”.
Come vivi il rapporto con i Social Network. Pensi che la visibilità che offrono, al giorno d’oggi, questi mezzi di comunicazione sia più un bene o un male per la scena musicale?
Io, come tutti ormai, li uso regolarmente e mi piacciono. Sono diventati essenziali per la comunicazione.
Ma come per tutte le cose, credo che i Social abbiamo sia aspetti positivi che negativi.
Secondo me la grande forza dei Social è l’immediatezza con cui si possono traferire informazioni, e la potenzialità che hanno come vetrina, in generale.
Di contro, pongono l’Arte allo stesso livello della non-arte.
Sono un luogo di grande libertà, dove però ormai c’è talmente tanto e di tutto, che si fa fatica a distinguere “il bello dal meno bello”. Ormai il numero dei follower è diventato “la credibilità assoluta”.
Quali saranno i tuoi prossimi impegni?
I miei prossimi impegni sono in studio, per incidere nuove canzoni che andranno a formare il mio secondo album. E poi la preparazione dei live, con la mia band. Ci sono tantissime idee che devo e sto già cercando di sviluppare.
Ci racconti le tappe più importanti del tuo percorso musicale?
La mia passione per la musica c’è sempre stata. Mi ha accompagnata fina da piccola e per questo devo ringraziare i miei genitori. Grazie a loro, sono sempre stata immersa nella musica. Dalla classica al rock si è sempre ascoltato tanto e di tutto a casa nostra.
Fin da ragazzina poi mi è sempre piaciuto cantare e provare a mettere i miei pensieri in versi.
Il passaggio però dal puro canto per piacere personale alla discografia, è arrivato circa due anni fa’, quando sono stata contattata dall’etichetta StrangerArts. Da quel momento in avanti, è veramente iniziato tutto, seriamente.
Quale messaggio vuoi comunicare con il tuo nuovo singolo?
Quello che vorrei comunicare è sostanzialmente la mia idea di viaggio, inteso come insegnamento.
E la cosa che io stessa mi sto auto-comunicando, per impararla, è il saper “lasciar andare”. Riuscire ad accettare le libertà di scelta altrui.
Due aggettivi per descrivere il singolo.
Dolceamaro e solitario.
Cosa ne pensi della scena musicale attuale? Cosa salveresti e cosa cambieresti?
Non so sinceramente cosa salverei. Tutto quello che mi piace. E l’elenco sarebbe bello lungo, ma non voglio espormi troppo.
So però che sicuramente non salverei i talent show…Bruciano talenti troppo velocemente. Non lasciano spazio all’arte fuori dal lasso di una stagione. Ma la musica non dovrebbe essere trattata come una “collezione primavera-estate, autunno inverno”.
Come vivi il rapporto con i Social Network. Pensi che la visibilità che offrono, al giorno d’oggi, questi mezzi di comunicazione sia più un bene o un male per la scena musicale?
Io, come tutti ormai, li uso regolarmente e mi piacciono. Sono diventati essenziali per la comunicazione.
Ma come per tutte le cose, credo che i Social abbiamo sia aspetti positivi che negativi.
Secondo me la grande forza dei Social è l’immediatezza con cui si possono traferire informazioni, e la potenzialità che hanno come vetrina, in generale.
Di contro, pongono l’Arte allo stesso livello della non-arte.
Sono un luogo di grande libertà, dove però ormai c’è talmente tanto e di tutto, che si fa fatica a distinguere “il bello dal meno bello”. Ormai il numero dei follower è diventato “la credibilità assoluta”.
Quali saranno i tuoi prossimi impegni?
I miei prossimi impegni sono in studio, per incidere nuove canzoni che andranno a formare il mio secondo album. E poi la preparazione dei live, con la mia band. Ci sono tantissime idee che devo e sto già cercando di sviluppare.